Provincia: Siracusa
Comuni: Sortino, Buscemi, Cassaro, Ferla e Palazzolo Acreide
Zona A: ha 1743
Zona B: ha 1968
Totale: ha 3711
Istituzione: D.A. n° 482/87


LA STORIA DELLA RISERVA

La Valle dell’Anapo è nota soprattutto per le rilevanti e numerose testimonianze archeologiche ivi esistenti e ricollegabili alla civiltà di Pantalica. Gli storici attestano la nascita di Pantalica in epoche assai remote, precisamente intorno alla prima metà del XIII secolo a.C.. A questo periodo, infatti, risale la prima ondata di fuga dalle coste verso l’interno delle popolazioni della Sicilia Orientale che abbandonarono le località costiere per insediarsi sulle alture più impervie e accidentate, in posizione di difficile accesso, dando vita a pochi grandi centri. Fra questi, Pantalica che è sorto su uno sperone di montagna quasi completamente isolato dagli antistanti altipiani grazie alle profonde gole scavate dalle acque del fiume Anapo e dei torrenti Sperone e Calcinara. Oggi, del nucleo abitativo di Pantalica, costituito probabilmente da capanne in legno o pietrame, rimane la grande costruzione in blocchi megalitici nota come“Anaktoron” o Palazzo del Principe.

La Riserva di Pantalica Valle dell’Anapo

Le emergenze archeologiche più cospicue e scenograficamente affascinanti rimangono le oltre cinquemila tombe, che si aprono nelle balze rocciose attorno Pantalica. Il tipo di tomba prevalente per tutta l’età di Pantalica (XIII-VII sec. a.C.) è quello della grotticella artificiale, una cameretta a forma di forno scavata nella roccia. Tuttavia questo lungo arco temporale può essere suddiviso in quattro distinte fasi, che sono state individuate sulla base delle fogge e dello stile del corredo funerario. Le necropoli più antiche risalenti al XIII-XI sec. a.C. sono: quella di Nord-Ovest che contiene circa 600 tombe, quella Nord che è la più grande con quasi 1500 tombe e il gruppo centrale della necropoli Sud. Ad un periodo successivo, IX-VIII sec. a.C. appartengono invece la necropoli di Filiporto con 500 tombe, la grande necropoli Sud e quella della Cavetta. L’espansione verso l’interno del dominio di Siracusa determinò il declino e il progressivo abbandono dell’abitato di Pantalica.

Al periodo greco risale la costruzione dell’acquedotto Galermi che convoglia una parte delle acque del torrente Calcinara giungendo sino a Siracusa. Distrutto nel 413 a.C. dagli Ateniesi che assediavano Siracusa, il canale Galermi venne ripristinato nel 1576.

Se nel periodo greco Pantalica ha vissuto un lungo periodo di decadenza ed abbandono, in epoca bizantina venne nuovamente abitata dalle popolazioni che fuggivano dalla costa per riparare dalle incursioni arabe. A questo periodo risalgono i tre gruppi di abitazioni rupestri (Filipporto, Sud e Cavetta) formati da grandi cameroni scavati nella roccia calcarea. A questi tre villaggi corrispondono i piccoli oratori di San Micidiario, di San Nicolicchio e del Crocifisso, sulle cui pareti si intravedono le traccie di raffigurazioni pittoriche.

Pantalica e la Valle dell’Anapo, prima di passare alla proprietà dello Stato, ricaddero per secoli nei feudi dei marchesi Specchi e dei baroni Francica Nava. Il vasto territorio era utilizzato prevalentemente per gli usi della pastorizia, come dimostrano i molti ovilicinti da muretti a secco. Il fondovalle, tuttavia, nelle anse più larghe create dal fiume o nei terrazzamenti appositamente eretti, fu utilizzato anche per la coltivazione di agrumi e di alberi da frutto.

Questa parte della valle dell’Anapo tra il 1915 e 1923 fu interessata dai lavori di costruzione della ferrovia a scartamento ridotto Siracusa – Vizzini – Ragusa. Furono scavate ben 10 gallerie, edificati caselli e la piccola stazione di Pantalica. Attivata al servizio pubblico il 26 luglio 1923, la ferrovia conobbe un momento di gloria nel 1933, allorché Vittorio Emanuele III si recò in visita a Pantalica, facendo uso del trenino. Requisita durante la guerra dalle truppe alleate che la utilizzarono per fini bellici, la linea ferroviaria venne disattivata nel 1956 e dal suo tracciato si ricavò la carraia che ancor oggi attraversa le gole.

La Riserva di Pantalica Valle dell’Anapo


COSTITUZIONE E GESTIONE

La Riserva “Pantalica, Valle dell’Anapo e Torrente Cava Grande” venne istituita con Decreto dell’Assessore Regionale del Territorio e dell’Ambiente n.482 del 25 luglio 1997. Tipologicamente individuata come Riserva Naturale Orientata, essa è stata istituita al fine di tutelare le interessanti associazioni vegetali del platano orientale (Platenetalia orientalis), le biocenosi igrofile e una trota di incerta attribuzione tassonomica presente nelle acque del torrente Cava Grande e il cui areale di distribuzione sembra limitato a questa zona della Sicilia.

La Riserva ricade all’interno dei comuni di Sortino, Ferla, Cassaro, Buscemi e Palazzolo Acreide e si estende per una superficie complessiva di ettari 3.712,07, di cui 1.743,95 in Zona A (1.207,14 ettari sono di proprietà del demanio forestale regionale) e 1.968,12 ettari in Zona B. La gestione della Riserva di Pantalica Valle dell’Anapo, art. 5 del suddetto decreto, venne affidata all’ex Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana, oggi Dipartimento per lo Sviluppo Rurale e Territoriale che la gestisce attraverso il Servizio per il Territorio di Siracusa.

Gli interventi attuati dal Dipartimento sono stati rivolti, in primo luogo, alla salvaguardia dell’area protetta e quindi della vegetazione e della fauna ivi presenti; non meno importanti sono però tutte le attività volte a facilitare e migliorare la fruizione della Riserva da parte dei visitatori.

Dopo lunghi anni di abbandono e di vandalismi, dall’instituzione dell’area protetta e dal suo affidamento in gestione al Servizio per il Territorio di Siracusa molto è cambiato. Viene costantemente portata avanti un azione di controllo delle area di riserva e pre-riserve in modo da garantire il rispetto del Regolamento della stessa e che non vengano quindi perpretate attività dannose come ad asempio abusi edilizi e pascolo incontrollato.

Attraverso vari progetti è condotta una vasta opera di riforestazione delle valli con specie autoctone, sono stati restaurati molti edifici come ad esempio le vecchie stazioni della ferrovia e la grande Masseria Specchi, sono stati realizzati e messi in sicurezza vari sentieri che sono periodicamente sottoposti a manutenzione.

La Riserva di Pantalica Valle dell’Anapo

Ai due ingressi sono presenti parcheggi auto e personale dell’Azienda che accoglie e fornisce supporto ai visitatori che accorrono per ammirare le meraviglie delle valli, vengono svolte attività promozionali a sostegno di una corretta gestione del territorio e dello spazio rurale, azioni di educazione ambientale e di conoscenza partecipata del territorio che  permettono di difenderlo dall’incuria e dallo sfruttamento.

Grazie alla facilità di accesso alla valle, attraversata per intero dalla sede della linea ferroviaria da lungo tempo dismessa, e per le sue peculiarità naturalistiche e storiche davvero uniche, la Riserva di Pantalica Valle dell’Anapo è oggi una delle piu frequentate della Sicilia, viene visitata ogni anno da migliaia di escursionisti d’ogni età, attratti anche dalla frescura assicurata in ogni stagione dalle acque e dalla rigogliosa vegetazione ripariale.


LE FORME DEL PAESAGGIO

L’area Iblea è in larga parte occupata da vasti altopiani costituiti da rocce sedimentarie calcaree formatesi circa 15 milioni di anni fa, nel Miocene. I calcari solo raramente lasciano il posto ad affioramenti di natura vulcanitica o marnoso-argillosa, come nel caso della valle del fiume Anapo, nei pressi di Monte Lauro (il punto alto degli Iblei, con i suoi 986 metri di quota), dove appunto la presenza di rocce di origine vulcanica sovrapposte a strati argillosi conferiscono al paesaggio forme dolci e poco accentuate.

La Riserva di Pantalica Valle dell’Anapo

Quando a valle emergono i terreni calcarei lo scenario muta radicalmente. Le forme arrotondate dei poggi e dei blandi versanti lasciano il posto ad un fitto reticolo di profonde e strette incisioni, le “cave”, prodotte dall’erosione esercitata dalle acque incanalatesi lungo le principali fratture e discontinuità delle formazioni calcaree. Le cave, che talora assumono l’aspetto di vere e proprie gole, con fianchi sub-verticali, al cui fondo scorre incassato il corso d’acqua, suddividono l’altipiano in porzioni che culminano in aspri speroni rocciosi denominati “cugni”

L’area umida di Vendicari è formata da tre pantani che prendono il nome di “Pantano Piccolo”, “Pantano Grande” e “Pantano di Vendicari” che per la sua estensione è suddiviso in tre parti: Pantano Roveto, Sichilli e Scirbìa. II Pantano Piccolo è l’unico ad essere alimentato da una sorgente, e non si proasciuga nel periodo estivo, dando cosi la possibilità a diverse specie di uccelli di trattenersi nella riserva anche durante il periodo più caldo. Gli altri due pantani invece si riempiono durante il periodo delle piogge, solo allora ospiteranno i grandi stormi dì uccelli che animano la riserva.

Questi due pantani hanno una comunicazione diretta con il mare: il Pantano Grande tramite un canale artificiale, il pantano di Vendicari tramite una foce naturale che si apre solo durante le stagioni particolarmente piovose.

Le formazioni calcaree sono costituite da un’alternanza di strati con diverse caratteristiche. In alcuni strati il maggiore grado di purezza del calcare conferisce una elevata compattezza e favorisce lo sviluppo dei fenomeni carsici legati alla dissoluzione chimica del carbonato di calcio; altri strati, dove il calcare è meno puro, presentano una minore resistenza all’erosione e una ridotta permeabilità.

Da ciò scaturisce la tipica forme a gradoni di molte cave ed in particolare delle vallate dei fiumi Anapo e Calcinara. Inoltre, la presenza in profondità di strati a minore permeabilità impedisce alle acque di penetrare molto in basso e consente la formazione di una falda acquifera superficiale che emerge lungo le cave, dando luogo a sorgenti perenni. Grazie a ciò, nonostante il regime pluviometrico sia particolarmente irregolare, con periodi piovosi alternati a lunghe siccità, nelle vallate dei fiumi Anapo e Calcinara scorrono, copiose, acque perenni.

I fenomeni carsici caratteristici degli strati calcarei più puri sono ben evidenti nell’area di Pantalica e sui versanti della valle del Calcinara, dove si aprono alcune grotte tra cui la grotta Trovata e la grotta dei Pipistrelli.

La Riserva di Pantalica Valle dell’Anapo

Ma l’effetto più evidente del carsismo di queste zone è dato dalla scomparsa del fiume e la sua riemersione più a valle. Infatti, in vari tratti, il fiume scompare in alcuni inghiottitoi ed il greto ciottoloso appare quasi sempre asciutto, tranne che durante le piene più copiose. La stessa denominazione del fiume Anapo è indicativa di tale fenomeno, derivando da un termine greco il cui significato è “fiume invisibile”.

ASSESSORATO DEL TERRITORIO E DELL’AMBIENTE
DECRETO 25 luglio 1997, n. 482
SUPPLEMENTO ORDINARIO n. 1 G.U.R.S. 17 gennaio 1998, n. 3