gli ingressi e le spiagge

La Riserva Naturale “Oasi Faunistica di Vendicari” possiede una conformazione stretta e lunga che si sviluppa sulla costa della Sicilia Sud-orientale per una lunghezza di circa 8 km, tra Noto Marina e località San Lorenzo. Per facilitarne la fruizione da parte dei visitatori, l’ente gestore ha predisposto 5 diversi ingressi che permettono di giungere alle 5 spiagge omonime. Tutti gli ingressi sono  raggiungibili percorrendo la strada provinciale SP19 che va da Noto a Pachino. 

Eloro

L’ingresso Eloro è il più a nord della riserva. Dalla biglietteria parte un breve sentiero che costeggia il torrente San Nicola, al di sopra del quale sono presenti i resti dell’antica città greca di Eloro. Dopo una passeggiata di circa 300 metri si giunge alla spiaggia omonima caratterizzata da un litorale sabbioso e dalla presenza di piante psammofile tra le quali spiccano il ravastrello, l’erba medica marina, la calcatreppola e il giglio marino. Percorrendo la spiaggia verso sud si giunge alla foce del fiume Tellaro. In caso di secca è possibile raggiungere la vicina spiaggia di Marianelli, percorrendo un breve tratto di sentiero che costeggia il mare, oppure un sentiero più interno che attraversa la gariga.

Marianelli

A nord della riserva, poco più a sud di Eloro, si trova anche l’ingresso Marianelli; ci si arriva percorrendo per circa 1,5 km una stretta stradina sterrata che parte dalla SP19. Al termine della strada inizia un sentiero di circa 450 metri che porta al vero e proprio ingresso dove è presente la biglietteria; percorrendo altri 400 metri si giunge alla spiaggia di Marianelli. Durante il tragitto si attraversa la tipica macchia mediterranea a timo e lentisco dove è possibile trovare anche l’ilatro sottile ed il caratteristico ginepro coccolone. La spiaggia, ha un carattere selvaggio dovuto anche al fatto di essere più isolata e difficile da raggiungere rispetto alle altre; è caratterizzata da vegetazione tipica delle dune stabili in cui spiccano l’ammofila, la santolina, il giglio di mare e la gramigna delle spiagge.

Calamosche

È il terzo ed ultimo degli ingressi presenti nella zona nord della riserva. Percorrendo il sentiero per circa 1200 metri si giunge alla spiaggia di Calamosche che è certamente quella più suggestiva ed affascinante, come dimostrato anche dal titolo di “Spiaggia più bella d’Italia” ricevuto nel 2005 dalla Guida Blu di Legambiente. Si presenta come una caletta incastonata tra due promontori rocciosi, che la riparano dalle correnti rendendo l’acqua sempre calma e limpida .La sabbia fine e dorata, le acque cristalline, i promontori ricchi di anfratti naturali, le gradinate che permettono di accedere alla spiaggia, la tipica vegetazione mediterranea, sono tutti elementi che combinati tra loro offrono al visitatore una vista di una bellezza inaspettata.

Vendicari

L’ingresso Vendicari, collocato pressappoco al centro della riserva, rappresenta l’accesso principale. A sinistra del sentiero ritroviamo il pantano grande con le saline e la vecchia casa del salinaro. Dopo una passeggiata di circa 500 metri si  giunge alla spiaggia di Vendicari, la più grande dell’intera riserva; una buona parte di essa è interdetta alla fruizione in quanto luogo di ovodeposizione da parte della tartaruga Caretta caretta. Voltando a sinistra il sentiero porta in un luogo molto suggestivo dove troviamo l’antica Tonnara di Vendicari, la Torre Sveva, la casa del pescatore ed i resti di uno stabilimento ellenistico di lavorazione del pesce. La vegetazione che spicca lungo il sentiero è la macchia a ginepro coccolone ed efedra fragile, oltre al lentisco e alla fillirea. Il sentiero che fiancheggia i pantani, invece, è costellato da specie tipiche palustri che bene tollerano alti gradi di salinità tra cui la salicornia fruticosa e la salicornia glauca. 

 

Cittadella

È l’ultimo dei 5 ingressi della riserva di Riserva Naturale di Vendicari, il più a sud. L’omonima spiaggia è quella più accessibile perché inizia proprio in corrispondenza dell’ingresso. Percorrendo il sentiero è possibile raggiungere, dopo appena 300 metri, la vecchia masseria, oggi restaurata, “Case Cittadella”. Andando avanti per altri 300 metri si giunge ad un bivio, girando a destra inizia il lungo tratto di sentiero, circa 3.5 km, che porta alla Tonnara. Proseguendo dritto per altri 200 metri, invece, si giunge al sito archeologico Cittadella dei Maccari.


Siti di interesse

Tonnara di Vendicari

Le prime notizie certe risalgono ai primi decenni del ‘600, quando sì assistette ad una privatizzazione del patrimonio regio. Nel 1655 la tonnara venne acquistata da Simone Calascibetta, giudice di Palermo, ma fu grazie al figlio Domenico che la struttura cominciò a rendere in maniera più proficua.
Nella seconda metà del ‘700 la tonnara non funzionò a causa della pesca spesso indiscriminata nelle zone di Catania e Taormina. Le successive incursioni corsare, turche e algerine provocarono danni ingenti alla produzione ed al commercio dei manufatti del tonno. Per tutto l’Ottocento, anche per l’aumento dei dazi doganali, si ebbe un esodo massiccio dalle tonnare, nel 1884 l’attività fu interrotta nuovamente.
Nei primi decenni del ‘900, dopo varie difficoltà, la tonnara riprese a pieno ritmo il suo lavoro, però ebbe breve durata. La fine della pesca del tonno a Vendicari avvenne a seguito dello sbarco degli alleati nel luglio del 1943, le reti non furono più calate e l’impianto a terra fu abbandonato.

Il complesso edilizio (“malfaraggio”) si sviluppa in direzione est-ovest per circa 100 metri nel golfo naturale nei pressi del Pantano Grande; costituito da una serie di edifici destinati alla lavorazione, trasformazione e stoccaggio del tonno pescato, dal magazzino e dalle case di pescatori, ha subito molte modificazioni strutturali nel corso dei secoli.
A differenza delle vicine tonnare di Marzamemi e Portopalo, il malfaraggio non include la cappella né le abitazioni del padrone della tonnara e del rais, costruite invece nell’isolotto di fronte, delle quali è rimasto ben poco.
Dall’analisi degli apparecchi murari, si evince che i resti degli edifici della Tonnara oggi visibili, sono la risultante di tre fasi di ampliamento e ammodernamento successive: la costruzione originaria, corrispondente cioè al primo delinearsi di impianti fissi di terra, l’ammodernamento ottocentesco e le modifiche del secolo scorso, tutte leggibili grazie alle differenti stratificazioni nelle murature.
Oggi, quelli che erano i ruderi diroccati dello stabilimento, i pilastri che ne sorreggevano il tetto, e la ciminiera altissima che domina il silenzio del luogo, sono stati restaurati e consolidati da un intervento della Soprintendenza di Siracusa.

Torre Sveva

Situata nella zona centrale della riserva di riserva, nella punta nord del golfo di Vendicari, la torre stava a guardia dell’antico porto che svolgeva ruolo fondamentale per il commercio dei prodotti locali sia in età classica che nel medioevo.
La base della torre risalirebbe all’epoca sveva, tra il XIII e XIV secolo, ne sono testimonianza i caratteri comuni alle altre architetture militari di quel periodo. Nei secoli seguenti la torre fu più volte rimaneggiata. Un diploma netino del 1464 attribuisce la costruzione della torre a Pietro d’Aragona, il quale aveva l’obiettivo di rafforzare la difesa del caricatore di grano dagli attacchi dei corsari. Questo intervento sarebbe, però, integrativo e riservato alla parte superiore della torre. La torre fu completata nella seconda metà del XVI secolo per volere del Viceré di Sicilia Juan de Vega.
L’edificio entrò a far parte di un sistema difensivo inserendosi tra la torre Stampace a nord ed il forte di Capo Passero a sud. Danneggiata dal terremoto del 1693, la torre subi numerosi interventi strutturali.
Nell’800 la maggioranza delle torri perde la sua originaria funzione e la torre Sveva viene utilizzata come stalla e deposito per la vicina Tonnara.

Gli ultimi lavori di restauro e consolidamento sono stati eseguiti dalla Soprintendenza di Siracusa tra il 1975 e il 1979.
In parte lambita dal mare, protetta da frangiflutti in cemento, la massiccia Torre ha una pianta rettangolare delle dimensioni di 18,15 x 16,80 metri, le mura sono molto spesse ed in alcuni punti raggiungo i 3,15 metri. La sua altezza non è più l’originaria a causa delle numerose modifiche alle quali è stata sottoposta durante i secoli.

Resti stabilimento ellenico

Poco distante dalla Tonnara di Vendicari, è possibile visitare un antico stabilimento per la lavorazione del pesce, di origine ellenica, i cui scavi hanno messo in luce venticinque vasche di forma circolare e rettangolare. Si suppone, grazie ai frammenti di anfore ritrovati, che lo stabilimento sia stato attivo dal IV al I secolo a.C.. Le vasche sono state per lo più scavate nella roccia, rivestite da abbondanti strati di intonaco ed il fondo appare in cocciopesto. In questo luogo il pesce veniva in parte salato ed in parte trasformato in garum, un condimento molto usato nell’antichità ottenuto dalla macerazione nel sale, per circa sessanta giorni, dell’intestino del tonno e dello sgombro con pesci di piccola taglia. Questa macerazione produceva un processo di autodigestione del pesce e la presenza del sale ne impediva la putrefazione. 

Cittadella dei Maccari

Sul promontorio che sorge tra i pantani Roveto, Sichilli e Scirbia, l’archeologo Paolo Orsi condusse delle ricerche che gli permisero di rintracciare un grosso borgo di epoca bizantina che dal IV secolo a.C. continuò a vivere probabilmente fino al secolo VIII con le sue abitazioni piccole e poco accurate nella costruzione. Durante gli scavi non furono rinvenute tracce di mura di cinta, cosa piuttosto strana per un insediamento del genere. Fu invece individuata una necropoli costituita da diversi tipi di sepolture: ipogei scavati nella roccia con all’interno da due a dodici sarcofagi, sepolcri con edicola non riscontrabili in altre parti dell’isola e forse di ispirazione siriana o semplici fosse scavate e segnalate da un cippo contenenti fino a cinque corpi; i corredi erano sempre molto poveri.  In un sepolcro fu rinvenuta una moneta in bronzo di Giustino o Giustiniano utile per datare la sepoltura alla metà del IV sec. d.C.. 

Furono individuate anche quattro chiese ma solo una di queste è ancora in buono stato di conservazione ed è quella denominata Trigona, cosi chiamata per la sua struttura con tre absidi, di chiaro influsso bizantino, sormontata da una cupola emisferica e datata tra i secoli VI ed VIII, uno dei migliori esempi in Sicilia di tale schema architettonico.

Riserva Naturale di Vendicari

L’apertura centrale della chiesa è stata ristretta in un periodo successivo e l’intera costruzione fu inglobata tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900 in una struttura rurale. Delle altre chiese, invece, rimangono solo le fondamenta, interrate e coperte dalla fitta vegetazione. Due di esse sorgevano nei pressi della Trigona, entrambe a pianta basilicale, quindi di derivazione asiatica ed africana, una di queste, celava sotto l’abside rivolta ad est una piccola catacomba. Più in basso, verso il mare, sorgeva urn’altra chiesa della quale l’Orsi potè solo esplorare un ambiente circolare. Tutta la zona è ricchissima di resti ceramici, ben visibili, di epoca tardo-romana e bizantina.

Masseria “Case Cittadella”

Ubicata a sud del pantano Roveto, la masseria domina la contrada di Cittadella dei Maccari. I due edifici che la costituiscono si trovano nei pressi di una ex cava di tufo e sono stati oggetto di restauro da parte dell’Azienda Regionale Foreste Demaniali. Sono disposte ad angolo retto al cui vertice vi è una torretta d’avvistamento. All’interno dell’edificio più grande troviamo un “palmento rurale”, con due portali in legno ad arco a tutto sesto, e un salone utilizzato per convegni. L’altra struttura, adibita a foresteria, inizialmente forse era l’abitazione del massaro; sul muro vi sono delle piccole mensole bucate in pietra per le redini dei cavalli o dei muli, e dei sedili, anch’essi in pietra. Sul lato est della casa è collocato un giardino di fichi d’India recintato da un muretto a secco, mentre nell’ampio spazio antistante vi sono un pozzo e una vasca in pietra.

Saline e casa del salinaro

Il sentiero che dall’ingresso principale della riserva porta alla tonnara costeggia il Pantano Grande il quale è tuttora parzialmente occupato dalle saline. Nate per l’approvvigionamento di sale per cucinare e conservare gli alimenti, queste strutture, in parte naturali ed in parte costruite dall’uomo, sfruttano il fenomeno di raccolta dell’acqua marina nei pantani e la successiva sedimentazione del sale per evaporazione.
Le saline di Vendicari rientrano tra il gruppo delle cinque saline della Sicilia sud-orientale: Augusta, Priolo, Siracusa, Morghella, Vendicari. La vicinanza agli impianti di pesca creava delle strutture dalle attività integrate, favorendo la produzione dei cosiddetti “salumi di tonno”, che venivano consumati della popolazione locale durante l’inverno, ed esportati, poiché ottimi per la consumazione durante le lunghe traversate marine del Mediterraneo da parte dei mercanti e pellegrini.

Le saline della Riserva Naturale di Vendicari, risalgono al medioevo ma è solo nel ‘700 che diventano fondamentale ausilio alla Tonnara per la conservazione del pescato. La loro attività ed importanza, che ebbe sempre un mercato strettamente locale, decadde rapidamente con la commercializzazione del salgemma. L’evento che ne scatenò la definitiva chiusura, nel 1951, fu un’alluvione che colpì la zona, danneggiando gravemente l’impianto.
Oggi delle opere per l’estrazione resta la maglia geometrica delle celle di evaporazione, “caseddi”, il canale adduttore e la casa del salinaio, costruita nell’ ‘800 all’interno del Pantano Grande.
L’abitazione, costituita da quattro vani, era interamente realizzata in muratura con copertura a falde inclinate. Le travi in legno, incastrate nei setti murari, reggevano l’orditura secondaria, andata distrutta, realizzata, probabilmente, secondo le tecniche locali del tempo, con incannucciato e gesso, coperto dai coppi d’argilla. 

Riserva Naturale di Vendicari

Centro Visitatori – Ecomuseo 

La struttura è gestita  dall’associazione naturalistica “Ente Fauna Siciliana” a seguito di una convenzione stipulata con l’ente gestore della riserva ed è ubicata nei locali dell’ex “casa dei pescatori”, adiacenti la Torre Sveva e la Tonnara. L’ecomuseo offre diverse sale didattiche sulle peculiarità naturali della Riserva Naturale con pannelli esplicativi su flora, fauna, geologia, ambiente marino, aspetti antropici, teche contenenti reperti del mare, fossili marini, una xiloteca ed una sala proiezione per documentari. Al suo interno è possibile anche fruire di una importante biblioteca naturalistica intitolata a Bruno Ragonese; si tratta di una biblioteca specializzata in storia naturale in quanto la raccolta di testi, riviste, videocassette e CD-Rom è quasi esclusivamente a carattere scientifico e naturalistico.

Orari e tariffe

La riserva Oasi Naturale di Vendicari è aperta tutti i giorni dell’anno salvo chiusure temporanee, intere o parziali, dovute ad eventi eccezionali o a lavori in corso. Le eventuali chiusure saranno tempestivamente comunicate nella home page del sito.

Orari di apertura:

  • dalle 07:00 alle 18:30

Tariffe ingresso: 

  • biglietto intero € 3,50
  • biglietto ridotto € 1,50 (forze dell’ordine, associazioni ambientaliste, studenti, scout)
  • biglietto famiglia € 7,00
  • ingresso gratuito (bambini fino a 7 anni, diversamente abili con accompagnatore, ricercatori previa autorizzazione)

Il biglietto è valido per l’intera giornata e consente l’accesso a tutti gli ingressi

Modalità di pagamento

Solo pagamento elettronico presso gli ingressi della riserva

Non è consentito il pagamento
in contanti

Consigli utili

  • Trattandosi di aree naturali, i sentieri sono spesso accidentati, presta sempre molta attenzione
  • Evita i momenti più caldi della giornata o utilizza le adeguate protezioni e porta sempre con te acqua da bere
  • Usa un vestiario adatto ed in particolare scarpe chiuse, da trekking o da ginnastica, preferibilmente con suola non liscia
  • Se incontri o avvisti animali selvatici, lasciali tranquilli, non avvicinarti, non fornire del cibo, evita grida e movimenti bruschi e improvvisi
  • Per la presenza di animali e/o piante con potenziali fattori allergenici, l’accesso è sconsigliato se sei una persona asmatica e/o con allergie a pollini, punture di insetti, etc.

Norme da rispettare

Alcuni comportamenti vietati all’interno della riserva

  • Introdurre animali domestici
  • Introdurre veicoli di qualsiasi genere se non autorizzati
  • Abbandonare rifiuti
  • Danneggiare e raccogliere piante, animali e materiali
  • Uscire fuori dai sentieri predisposti
  • Introdurre giochi da spiaggia
  • Bivaccare ed accendere fuochi
  • Praticare pesca e caccia
  • Disturbare o produrre rumori molesti

Per ulteriori dettagli è possibile consultare il regolamento completo