La Flora e la Fauna della Riserva di Cavagrande del Cassibile

LA FLORA

Il paesaggio vegetale della Riserva di Cavagrande è caratterizzato da una rilevante diversificazione della copertura vegetale per la molteplicità di situazioni stazionali legate alla profondità dell’incisione, alla geomorfologia, ai suoli, alle acque superficiali e all’antropizzazione, rilevante fino a tempi relativamente recenti. La vegetazione naturale della Riserva rappresenta un unicum di grande pregio e la flora conta oltre 400 specie, molte delle quali rare ed endemiche. La particolare conformazione dell’area determina tre complessi naturali ben distinti: la vegetazione rupicola, la più integra ed estesa, che annovera una grande quantità di piante; quella idro-igrofila, costituita dalle specie che vegetano nell’ambiente acquatico o permanentemente umido del fondocava; quella di sostituzione delle originarie foreste sempreverdi e caducifoglie.

L’aspetto vegetazionale più scenografico è, senza dubbio, quello del bosco ripariale, in alcuni tratti ancora ben conservato,  che si sviluppa lungo le sponde del fiume formando una fitta ed impenetrabile muraglia. È rappresentato da una varia vegetazione che vede come protagonista il maestoso platano orientale (Platanus orientalis), specie ormai rara in Sicilia e di grande valore ecologico; è presente lungo il Cassibile con numerosi esemplari secolari con tronchi che superano agevolmente anche il metro e mezzo di diametro. Sono presenti altre specie come il salice pedicellato (Salix pedicellata), il salice bianco (Salix alba), il pioppo bianco (Populus alba) ed il pioppo nero (Populus nigra).

Non meno significativo è il bosco sempreverde, che attecchisce a ridosso di quello ripariale, lungo i costoni con il leccio (Quercus ilex), l’orniello (Fraxinus ornus) e il carpino nero (Ostrya carpinifolia). In questi boschi si possono osservare il pungitopo (Ruscus aculeatus), il ciclamino primaverile (Cyclamen repandum) e quello napoletano (Cyclamen hederifolium) e numerose specie lianose come la vitalba (Clematis vitalba).

Nelle formazioni boschive del fondovalle, per le particolari condizioni microclimatiche, si insediano specie proprie di cenosi forestali di maggiore altitudine quali il bucaneve (Galanthus nivalis) e l’euforbia delle faggete (Euphorbia amygdaloides).

Ancora più diffusa dei boschi è la vegetazione arbustiva che si è sostituita alle originarie foreste. Numerose specie quali il lentisco (Pistacia lentiscus), il mirto (Myrtus communis), l’alaterno (Rhamnus alaternus), la fillirea (Phillyrea latifolia), la calicoteme (Calicoteme infesta), l’erica (Erica Multiflora), l’euforbia arborea (Euphorbia dendroides), il timo (Thymus capitatus) e il rosmarino (Rosmarinus officinalis) concorrono alla caratterizzazione fisionomica dei suoi multiformi aspetti che variano da tipologie di macchia ad aspetti della gariga.

Lungo i bordi del fiume, dove l’acqua è poco profonda e lentamente fluente, si insedia una vegetazione dominata dal sedano d’acqua (Apium nodiflorum), dal crescione (Nasturtium officinale) e dalla veronica acquatica (Veronica anagallis-aquatica). Nei siti più o meno sommersi crescono altre igrofile come la Tifa (Typha latifolia), la cannuccia di palude (Phragmites australis), lo sparganio (Sparganium erectum). Lungo i rigagnoli che solcano lateralmente i fianchi della cava, asciutti durante la calda estate, o lungo le ripe assolate del fiume Cassibile, s’insedia l’oleandro (Nerium oleander).

In primavera la vegetazione erbacea si popola di specie effimere a vistosa fioritura e di numerose orchidee spontanee che non passano inosservate; tra queste l’ofride lunulata (Ophrys lunulata) e l’ofride di Bianca (Ophrys biancae).

Nonostante la plurisecolare presenza antropica, che con le sue molteplici attività (agricoltura, pascolo, legname, incendi, ecc) ha modificato l’originario aspetto paesaggistico, la riserva di Cavagrande mantiene ancora la quasi totalità delle tipologie di vegetazione che caratterizzano il paesaggo degli Iblei.

LA FAUNA

Nel contesto fortemente antropizzato dell’area iblea, la Riserva di Cavagrande del Cassibile rappresenta un territorio che, avendo mantenuto un elevato grado di naturalità, ha conservato una fauna ricca e articolata, rappresentando per i vertebrati un vero e proprio sito di rifugio e nidificazione.

Le cave laterali, grazie alla varietà di ambienti che si possono riscontrare, offrono ospitalità ad una ricca comunità d’uccelli. Lungo il corso d’acqua nidificano l’usignolo di fiume (Cettia cetti), la gallinella d’acqua (Gallinula chloropus), lo scricciolo (Tryglodites tryglodites) ed il martin pescatore (Alcedo atthis). Nei macchioni di platano e nelle leccete trovano ospitalità la cinciarella (Parus caeruleus), la cinciallegra maggiore (Parus major), la ghiandaia (Garrulus glandarius), il rampichino (Certhia branchydactyla), il colombaccio (Columba palumbus), il merlo acquaiolo (Cinclus cinclus), il beccamoschino (Cisticola juncidis), l’occhiocotto (Sylvia melanocephala), il cardellino (Carduelis carduelis) ed il codibugnolo di Sicilia (Aegithalos caudatus siculus), un endemita siculo sempre molto localizzato.

Sulle alte e ripide pareti nidificano alcuni uccelli predatori. Tra questi è possibile osservare la poiana (Buteo buteo), il falco pellegrino (Falco peregrinus), il falco lanario (Falco biarnicus) e l’aquila del Bonelli (Aquila fasciata). I predatori notturni sono rappresentati dall’assiolo (Otus scops), dalla civetta (Athena noctua), dall’allocco (Strix aluco), dal gufo comune (Asiootus otus) e dal barbagianni (Tyto alba).

Un pregio particolare riveste, in questo contesto, la fauna dulciacquicola che può annoverare molti paleoendemiti, alcuni dei quali possono essere considerati dei veri e propri fossili viventi. Rilevante è la presenza della trota macrostigma (Salmo cettii), diffusa esclusivamente in Sicilia e sardegna, per la quale il fiume Cassibile rappresenta uno dei pochi siti noti per la Sicilia.

Gli anfibi sono rappresentati soltanto da anuri. Tra questi si possono incontrare il rospo (Bufo bufo), il rospo verde (Bufo viridis), le cui femmine raggiungono notevoli dimensioni. Nel territorio è possibile rinvenire anche la rana verde (Rana esculenta), specie in competizione con il discoglosso dipinto (Discoglossus pictus), piccolo anuro, tipico della penisola iberica e dell’Africa settentrionale, che in Italia si rinviene solo in Sicilia. Tra i rifugiati ricordiamo anche il granchio di fiume (Telphusa fluviatilis), crostaceo sempre meno frequente che si nutre di girini, lombrichi e piccoli animali aquatici.

Tra i rettili, il serpente più comune nella Riserva di Cavagrande è il biacco maggiore (Hierophis viridiflavus carbonarius), caratterizzato dal suo habitus totalmente nero, che predilige zone aride e ricche di emergenze rocciose. Meno frequente è il colubro leopardino (Elaphe situla), il cui habitat è costituito da zone umide ed ombrose. Tra i sauri sono comuni la lucertola campestre (Podarcis sicula), la lucertola siciliana (Podarcis wagleriana), nonché il gongilo (Chalcides ocellatus), che è particolarmente visibile nei mesi di maggio-giugno. Meno comuni e più localizzati sono il ramarro (Lacerta viridis) e la luscengola (Chalcides chalcides), che predilige i pendii erbosi assolati. Abbondante è il geco (Tarentola mauritanica), che abita sia gli ambienti xerici rocciosi, sia i manufatti. Sono inoltre presenti la testuggine terreste (Testudo hermanni) e la testugine d’acqua (Emys orbicularis).

Tra i mammiferi selvatici, trovano rifugio il coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus), il riccio (Erinaceus europaeus), la volpe (Vulpes vulpes), la donnola (Mustela nivalis). Sporadica è la presenza di uno dei più grossi roditori eurasiatici ed africani, l’istrice (Hystrix cristata); rara è ormai la martora (Martes martes). I roditori sono rappresentati dal topo selvatico (Apodemus sylvaticus), dal topo domestico (Mus domesticus), dall’arvicola (Pitymis savii) e dall’elegante topo quercino (Eliomys quercinus).

Nelle cavità, presenti lungo la valle trovano ospitalità diverse specie di microchirotteri appartenenti ai generi Myotis, Pipistrellus e Rhinolophus. Tra questi ricordiamo il vespertillo maggiore (Myotis myotis), il rinolofo maggiore (Rhinolophus ferrum-equinum) e il pipistrello nano (Pipistrellus pipistrellus).

Ricchissima ed articolata è la fauna invertebrata con numerose specie endemiche e/o rare, stenotope e stenoecie di elevatissimo valore scientifico. Infatti, proprio fra questa fauna, si trovano alcuni degli elementi che appartengono al contingente più antico della fauna siciliana, salvatosi, almeno parzialmente, a seguito del lungo isolamento geografico di questa area durante i periodi geologici recenti (Pliocene e Pleistocene).