Provincia: Siracusa
Comune: Noto
Zona A: ha 521
Zona B: ha 814
Totale: ha 1.335
Istituzione: D.A. n° 81/84

Provincia: Siracusa
Comune: Noto
Zona A: ha 521
Zona B: ha 814
Totale: ha 1.335
Istituzione: D.A. n° 81/84
La riserva “Oasi Faunistica di Vendicari”, caratterizzata da un importante complesso di pantani, è stata annoverata fra gli ambienti umidi maggiormente rappresentativi d’Italia. La sua importanza ne ha consentito l’inserimento tra le “Zone umide d’importanza internazionale” ritenute strategiche per gli habitat secondo la Convenzione di Ramsar, firmata il 2 febbraio del 1971 e ratificata dallo Stato Italiano con D.P.R. n. 448 del 13 marzo 1976.
I primi atti amministrativi a tutela dell’area risalgono però solo al 1974, anno in cui la Soprintendenza ai Beni Monumentali ed Ambientali di Catania appone il vincolo paesaggistico, in seguito ratificato dall’Assessorato per i Beni Culturali ed Ambientali della Regione Siciliana, che dichiara l’intero sito “zona di notevole interesse pubblico”.
Gli anni ‘80 rappresentano un decennio molto importante per la riserva:
• il 06/05/1981 viene emanata la legge regionale n. 98 “Norme per l’istituzione nella Regione Siciliana di Parchi e Riserve Naturali”;
• nel territorio precedentemente individuato dalla normativa sulla caccia quale “Oasi di protezione faunistica” con il Decreto dell’Assessorato Territorio e Ambiente n. 81 del 14/03/1984 viene istituita la Riserva naturale Orientata “Oasi faunistica di Vendicari”;
• con D.A. n. 821 del 30/05/1987, l’Assessorato Territorio e Ambiente della Regione Siciliana approva il Regolamento recante le modalità d’uso e i divieti della R.N.O.;
• con D.A. n. 130 del 08/02/1988 la gestione della R.N.O. è stata affidata all’ex Azienda Foreste Demaniali, oggi Dipartimento Sviluppo Rurale e Territoriale.
In base alla Direttiva Comunitaria n. 79/409/CEE, con Decreto del 21/02/2005 dell’Assessore Regionale Territorio e Ambiente, l’area di Vendicari è stata inserita tra le Zone di Protezione Speciale (ZPS) per la salvaguardia dell’avifauna, con Codice ITA09029 denominata “Pantani della Sicilia sud-orientale, Morghella, Marzamemi, Punta Pilieri e Vendicari”.
Ai sensi della Direttiva n. 92/43/CEE l’area è inserita tra i Siti di Interesse Comunitario (ZSC) con il Codice ITA09002 (denominato «Vendicari») per la presenza di importanti habitat e di specie prioritarie.
La zona marina dinnanzi all’area di Vendicari è divenuta Sito di Interesse Comunitario per la presenza di un’estesa prateria di Posidonia oceanica (Codice ITA09027 denominato «Fondali di Vendicari»), tanto da determinare la proposta di un’area marina protetta.
Vendicari è una Riserva Naturale Orientata, in essa sono consentiti interventi colturali agricoli e silvo-pastorali purché non in contrasto co la conservazione dell’ambiente naturale.
La finalità istituzionale della riserva è di “consentire la sosta e la nidificazione dell’avifauna ed il recupero della vegetazione psammofila mediterranea”. Si tratta però di una motivazione incompleta perché tante altre sono le emergenze da salvaguardare come ad esempio le garighe dell’ambiente roccioso e le dune
A quasi quarant’anni dalla sua istituzione la riserva naturale di Vendicari è un vero gioiello che non ha nulla da invidiare, anche dal punto di vista organizzativo, alle aree umide protette più importanti d’Europa.
La sua gestione è affidata al Dipartimento dello Sviluppo Rurale e Territoriale di Siracusa, che ha condotto in questi anni un’efficace azione di sorveglianza del territorio utile per il contrasto degli abusi. È stata realizzata una rete di sentieri che diramandosi per tutta la riserva consentono ai visitatori di osservare gli ambienti più significativi. Sono stati introdotti servizi per favorire la fruizione della riserva da parte dei visitatori e delle scolaresche, che qui vengono a svolgere importanti attività di educazione ambientale.
È stata, inoltre, adottata un’efficace azione di tutela che ha consentito di mantenere, opportunamente regolata, anche l’antica vocazione balneare estiva delle spiagge.
L’insieme degli interventi messi in atto si è tradotto anche in un incremento nel numero di specie e di esemplari d’uccelli che utilizzano la riserva come indispensabile luogo di sosta durante le migrazioni primaverili e autunnali, o che vi svernano e nidificano. Anche le specie vegetali hanno tratto notevole giovamento dalle azioni intraprese dal Dipartimento, riappropriandosi di parte delle spiagge e di terreni che erano occupati da attività agricole o che erano stati deturpati dall’azione dell’uomo.
In questi anni è cambiato totalmente anche l’atteggiamento della gente del luogo nei confronti della riserva: oggi è vista, finalmente, come un fiore all’occhiello del territorio e un importante “motore economico”, nel quale entrare in “punta di piedi”, lasciando ben lontane auto, rumori e ogni altra forma di disturbo o inquinamento.
La riserva naturale di Vendicari è situata geograficamente nell’estremità sud-orientale della Sicilia, ad una latitudine più bassa di Tunisi, e fa parte integrante di un vasto sistema umido tra i più importanti ed estesi dell’isola.
Confinata in una fascia di territorio stretta e lunga che si sviluppa su circa 8 km di costa, tra Noto Marina e località San Lorenzo, l’area protetta si estende per circa 1335 ha, suddivisi in una Zona A destinata a riserva (521 ha), e una Zona B (814 ha) di pre-riserva destinata ad attività agricole, ricreative, turistiche e sportive.
La riserva è caratterizzata da un susseguirsi di ambienti molto diversi, si passa dalla zone umide di acqua dolce presenti nella zona nord, alle lagune salmastra costiere, confinate verso mare da un altro habitat molto particolare, le dune costiere. Nelle zone interne e più elevate altimetricamente, si aggiunge l’ambiente di gariga, che nelle forme più evolute è sostituita, in parte, dalla macchia mediterranea.
L’area umida di Vendicari è formata da tre pantani che prendono il nome di “Pantano Piccolo”, “Pantano Grande” e “Pantano di Vendicari” che per la sua estensione è suddiviso in tre parti: Pantano Roveto, Sichilli e Scirbìa. II Pantano Piccolo è l’unico ad essere alimentato da una sorgente, e non si proasciuga nel periodo estivo, dando cosi la possibilità a diverse specie di uccelli di trattenersi nella riserva anche durante il periodo più caldo. Gli altri due pantani invece si riempiono durante il periodo delle piogge, solo allora ospiteranno i grandi stormi dì uccelli che animano la riserva.
Questi due pantani hanno una comunicazione diretta con il mare: il Pantano Grande tramite un canale artificiale, il pantano di Vendicari tramite una foce naturale che si apre solo durante le stagioni particolarmente piovose.Questi collegamenti sono importanti per la vita degli animali che frequentano la zona umida poiché condizionano la salinità delle acque e permettono agli stagni di arricchirsi periodicamente di sostanze nutritive utili alla sosta degli uccelli.
Le spiagge presenti nella riserva conservano ancora le dune costiere, in parte protette dalla tipica vegetazione. Esse rappresentano un caratteristico elemento morfologico alquanto suscettibile per cui la loro presenza testimonia che l’ambiente non ha subito interventi particolarmente sfavorevoli da parte dell’uomo.
All’interno della riserva di Vendicari si riscontrano numerosi segni della presenza dell’uomo sin da epoche molto remote. Tracce dell’esistenza di un villaggio preistorico dell’età del Bronzo sono state rinvenute lungo le sponde del pantano Sichilli. Anche i Fenici crearono una piccola base commerciale presso il golfo di Vendicari, ma è soprattutto con la colonizzazione greca che l’antropizzazione del sito si fa più incisiva. A testimonianza di ciò, oggi rimangono i resti di uno stabilimento ellenistico di lavorazione del pesce, a circa 50 metri dalla tonnara, e le vestigia di Eloro, appena fuori il confine nord della Riserva.
Di epoca bizantina è il sito archeologico della Cittadella dei Maccari, situato sul promontorio roccioso che domina il Pantano Roveto a sud dell’oasi naturalistica di Vendicari. Cittadella non era una città fortificata, povere erano le costruzioni, in genere ad un solo piano e costruite con materiali scadenti. Del periodo bizantino la struttura meglio conservata è la basilichetta della Trigona: una piccola chiesa che nell’ottocento è stata inglobata in un complesso rurale. La Trigona riproduce la tipica pianta delle chiese bizantine, una planimetria cruciforme sormontata da una cupola emisferica.
L’elemento paesaggistico che più caratterizza lo skyline di Vendicari è sicuramente la Torre Sveva, insieme alla folta selva di pilastri e alla solitaria ciminiera della Tonnara.
La Torre Sveva fu fatta costruire da Pietro D’Aragona (1416-1458) e successivamente rimaneggiata. Essa si inseriva nell’ambito di un vasto sistema difensivo costituito da torri di avvistamento poste lungo le coste siciliane, a protezione dagli assalti degli arabi. Non a caso, la Torre Sveva fu edificata a difesa dell’approdo naturale di Vendicari sulla punta nord dell’omonimo golfo, in corrispondenza con il forte di Capo Passero e con Marzamemi verso sud, mentre verso nord con la Torre Stampace.
La Torre di Vendicari è una “torre munita grande”, espressione con la quale si indicavano le torri con una certa rilevanza strategica, poste a difesa di grandi zone di produzione o di territori densamente abitati.
Accanto alla Torre Sveva sono visibili i resti della Tonnara di Vendicari che fu costruita vicino ad un più antico stabilimento di lavorazione del pesce, di epoca greca. Infatti, intorno alla tonnara sono ancor’oggi evidenti le vasche circolari in muratura che, insieme alla vasche rettangolari intagliate nella roccia, testimoniano la presenza di un’antica tonnara rimasta in attività sino alla fine dell’Evo Antico.
La tonnara di Vendicari era una tonnara di “ripasso” o “ritorno”, vale a dire che in essa si pescavano i tonni che riprendevano il largo dopo la stagione degli accoppiamenti e dopo che avevano depositato le uova. L’attuale struttura della tonnara risale al 1920, quando per iniziativa del barone Antonino Modica Munafò, furono edificati nuovi edifici e venne innovato il sistema di lavorazione del pescato che assunse una connotazione più tipicamente industriale, sull’esempio di quanto già fatto dalla famiglia Florio a Favignana. L’attività della tonnara, con alterne fortune, si è protratta fino alla seconda guerra mondiale. Gli stenti del dopoguerra e la scarsa redditività del complesso determinarono la sua chiusura e il consequenziale abbandono.
Altro elemento che testimonia l’intervento dell’uomo sul territorio sono le saline. Un esempio di quest’opera si ha anche all’interno della riserva di Vendicari; percorrendo il sentiero che porta alla Tonnara e che costeggia il Pantano Grande, si può notare come quest’ultimo sia ancora oggi in parte occupato dalle vecchie saline ormai abbandonate.
Attorno ai pantani, si estende l’agro netino e pachinese, coltivato a mandorli, ulivi, carrubi, agrumi e vigne. Una lussureggiante campagna che cela altri gioielli: le masserie settecentesche. Questi edifici, cuore e centro propulsore della vita rurale, ospitavano i magazzini, le stalle, i palmenti, i trappeti, le case dei contadini e la grande abitazione padronale.